Questo blog è in gestazione nella mia testa da alcuni mesi e vede la luce oggi, a due giorni dalla seconda importante scossa di terremoto in Emilia.
Perché oggi? Perché oggi più che mai occorre riflettere su alcuni aspetti del diritto urbanistico, del diritto civile e delle norme che in generale disciplinano l'attività edilizia e la costruzione degli immobili, in cui viviamo, in cui lavoriamo, in cui passiamo la maggior parte della nostra vita attiva.
La stampa si limita ad accusare, strumentalizzare i fatti per vendere più copie o aumentare lo share. Un gran turbinio di parole che non aiutano nessuno e servono solo a creare rabbia e frustrazione nelle persone colpite.
Da operatore del diritto, cerco di indagare i tragici fatti di questi giorni, per trovare risposte e, se possibili, soluzioni. Perché il diritto non è un'entità astratta, vive nella nostra quotidianità, nasce per regolare situazioni concrete, per dare risposte a interrogativi e problemi quotidiani.
Ma il diritto italiano, può aiutare le persone colpite dal sisma? C'è qualcosa che gli operatori del diritto possono fare per aiutare chi ha subito dei danni dal terremoto e per evitare che simili catastrofi si ripetano? La risposta è SI.
Un amico ieri mi raccontava che a Finale Emilia, centro del modenese fortemente colpito dal terremoto, sono crollate villette costruite meno di una decina d'anni fa, mentre il costruttore si è dato alla fuga all'estero per timore di essere colpito da azioni giudiziarie (o peggio).
Sicuramente questo non sarà un caso isolato, così come è probabile che molte saranno le cause intentate contro costruttori, progettisti, direttori lavori, collaudatori. Con quali probabilità di successo? In quali tempi? Con quali costi?
Nell'immediato cosa si può fare?
Ogni situazione è diversa dall'altra e il grado di complessità è particolarmente elevato, quindi, è opportuno chiedere consiglio all'avvocato di fiducia, meglio se specializzato in diritto immobiliare.
Diffidare, invece, dei professionisti che garantiscono risarcimenti cospicui in tempi brevi. Le cause in Italia (e i tribunali emiliani sfortunatamente non costituiscono un'eccezione) possono durare diversi anni e riuscire ad ottenere un risarcimento non dipende soltanto dall'aver conseguito una sentenza favorevole, ma dalla possibilità di eseguire quella sentenza, ossia, di ottenere il pagamento da parte del soggetto condannato al risarcimento.
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